Jump by Angelo Mazza

Jump by Angelo Mazza

autore:Angelo Mazza [Mazza, Angelo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Maestrale
pubblicato: 2024-02-13T23:00:00+00:00


13°

Ha ancora i capelli corti, oggi tinteggiati di riflessi argento e paglia, ma allora – più o meno 30 anni fa – erano naturalmente nerissimi e gli occhi verdi splendevano più intensi sulla pelle.

A seconda dell’ora del giorno, l’iride riserva delle belle sorprese, e come un’aurora boreale si pennella di tinte verdeggianti su cui campeggia un’infinità di stelle paglierine. Un’eterocromia spettacolare che io avevo quasi distrutto. Lei ha ereditato in toto i geni La Gazza: il piglio di papà e di suo fratello Tommaso, strabismo compreso, la femminilità delle zie, la loro avvenenza, i colori, le spalle ampie, le mani grandi, la postura a tavola. Ora più che mai ricorda papà e nel contempo zia Francesca e zia Rosa: schiena dritta, spalle rilassate, il verde di un bagliore che attraversa le palpebre socchiuse e casca sullo schermo del suo smartphone (mostrato a mamma per capire l’itinerario che ci attende – intercetto “Duomo”, “Galleria”, “Rinascente”), il lungo medio della mano destra che insieme al pollice preme sullo schermo per ingrandire la mappa, facendo somigliare le altre dita a eleganti rebbi. Anche se spesso la scambiano per una sorella di mamma – che ha appena 18 anni più di lei – Angelina ha preso ben poco da Tonia. Naso, orecchie, carnagione, statura, bocca: è tutto così diverso tra loro, e questo se ci si limita al lato estetico. Quando si guardano altri aspetti, le differenze aumentano. Mia sorella è una La Gazza fino al midollo, e con midollo intendo l’orgoglio in primis, poi la generosità, il coraggio. Le cose buone dei La Gazza, insomma. La maggior parte dei lati oscuri l’ho ereditata io.

– Quindi? Ci muoviamo? – chiede, cogliendomi impreparato. Per un attimo incrociamo gli sguardi. La sua cicatrice sotto l’occhio sinistro oggi non si nota tanto, ma nel 1990, poco dopo l’incidente, era vistosa, oscena. La passione per lo sport mi rendeva imprevedibile, pericoloso, impulsivo, e quel segno ne è la riprova. Quella volta scappai e mi rinchiusi nei bagni del campeggio, tremando di terrore in attesa di papà. Sarebbe arrivato presto; mi avrebbe lanciato le fiamme dai suoi occhi di drago facendomi sentire l’essere più piccolo e schifoso del pianeta. Come avevo osato deturpare la sua principessa?

Ci trovavamo in un campeggio chiamato “Bella Pineta”, una distesa di verde che si affacciava su una scogliera all’interno del Golfo di Orosei. Era la nostra 3a estate lì, e di solito vi passavamo quasi tutto il mese di agosto, ma quell’anno avevamo già trascorso 2 settimane nei Paesi Baschi, dai parenti di mamma, perciò al mio vecchio restava giusto 1 settimana di ferie. Al “Bella Pineta” c’erano meno passatempi rispetto al villaggio basco che mi aveva tanto ritemprato e distratto dai malesseri della bocciatura. Andavo a pescare con un vicino di roulotte. Staccavamo le patelle dalle insenature battute dall’acqua e le usavamo come esca. Ghiozzi e altri strani pesci, che poi liberavamo. Altre volte, aiutato da mia sorella, imparavo delle formule in francese per fare la conoscenza di piccole turiste d’Oltralpe, che apparivano ai miei occhi come fate e mettevano in sommovimento i miei ormoni di 11enne.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.